lunedì 3 ottobre 2016

Se i poeti non muoiono mai. Araidi, Darwish, Al-Qasim, Sarajlic. 4 poesie da SignorNò, edizione ampliata, Pellicano, 2016






È stata finalmente stampata la nuova versione allargata e più corposa di SignorNò, l’antologia contro la guerra che raccoglie le testimonianze di chi la guerra l’ha davvero fatta, testimonianze che regalano a questo progetto uno spessore che va oltre la retorica. Perciò un grazie di cuore a tutti/e coloro che hanno così generosamente creduto in questo lavoro collettivo tanto impegnativo. 

Ma, come sapete, questa è anche un’occasione concreta e tangibile per sostenere la causa di Fernando Eros Caro, nativo americano di ascendenza Yaqui, che marcisce da 34 anni in una minuscola cella del braccio della morte di San Quentin. Abbiamo già divulgato le ricevute dei bonifici che riguardano le somme fin qui raccolte con questo progetto straordinario e inclusivo. 


Qui qualche notizia aggiuntiva 
http://www.associazionepellicano.com/signorno-saai-maso-fernando-eros-caro/


Ora, vorremmo rilanciare SignorNò, confidando sulla vostra collaborazione e partecipazione attiva: già semplicemente prenotando un certo numero di copie al prezzo di costo si potranno ammortizzare le spese della stampa (già solo questo sarebbe fantastico), ma poi, ogni centesimo in più che ne verrà, contribuirà al raggiungimento di un grande traguardo, impensabile quando parliamo di qualcosa di etereo e astratto come viene normalmente percepita la poesia.

Assieme possiamo dimostrare che la poesia ha un ruolo culturale, una concretezza sociale, una forza morale che può davvero contribuire a migliorare e a migliorarci, soprattutto quando si riesce a dimostrare che tra parole e azioni non vi è alcuna distanza. 
Confidiamo anche, qualora ne aveste voglia e possibilità, di organizzare eventi e iniziative sul vostro territorio, nelle scuole, nei centri di aggregazione e in ogni contesto possibile. SignorNò è un progetto nato proprio per questo, per fare un necessario lavoro di semina all’interno del tessuto sociale.[...]

Marco Cinque, Stefania Battistella, Beppe Costa

Fernando Eros Caro (a destra nella foto) con Marco Cinque
[http://www.associazionepellicano.com/signorno-saai-maso-fernando-eros-caro/
]



Ci sono in SignorNò alcune poesie i cui autori, presenti già nella precedente edizione di questo libro, hanno sfortunatamente lasciato questo mondo: Naim Araidi, Mahmoud Darwish, Samih al-Qasim, Izet Sarajlic, e  Margherita Hack, prefatrice par excellence
Alla loro memoria, e a nostro costante impegno, porremo qui i versi di questi fratelli-maestri che, col loro costante engagement di uomini e artisti, abitano ormai indelebilmente i nostri cuori. Essi costituiscono per noi dei chiarissimi esempi di vita, di quella lotta combattuta dalla ragione a costante difesa di ciò che è umano, contro tutte le forme di violenza che in ogni istante cercano di sopraffarci.




Se i poeti non muoiono mai. 
Araidi, Darwish, Al-Qasim, Sarajlic. 
4 poesie da SignorNò, edizione ampliata, Pellicano, 2016  






Naim Araidi 



SUL MASSACRO DEI BAMBINI 

(a) 
I bambini in tenera età si fissano occhi dentro gli occhi, 
e parlano l’uno all’altro 
nel silenzio fragoroso del linguaggio della morte. 
Non riuscivo a capire: 
i bambini in tenera età vivono 
e ancor più teneramente vanno alla morte. 

Così il poeta scriveva 
non in ebraico, non in arabo né in un’altra lingua, 
i bambini massacrati non hanno lingua, 
come il cielo testimonia. 
Sembrava parlassero 
ma non riuscivo a capire, 
i bambini in tenera età vivono 
e ancor più teneramente vanno alla morte. 

Così il poeta scriveva. 
Mio Dio, che stai in cielo, 
che comprendi molto di più 
tutto ciò che con la tua saggezza hai inventato, 
la tua sapienza mi sovrasta, 
e non ti accuso. 

(b) 
Per un momento cose che non devono 
essere dimenticate vengono dimenticate: 
l’uomo possiede la ragione, 
l’animale il cervello, 
ma non sono sicuro 
per chi dei due sarebbe più facile capire, 
quando il poeta rivela, 
il crudele segreto della morte. 

Morte qui, morte là, 
un bimbo qui, una bambina là, 
figlia qui, figlia là, 
strappati alla vita condotti alla morte: 
un pianto non ancora iniziato, 
un pianto non ancora finito. 


(traduzione dal testo greco di Beppe Costa) 






Mahmoud Darwish 



RITA E IL FUCILE 

Fra Rita e i miei occhi si leva un fucile. 
Quelli che conoscono Rita, 
s’inchinano e pregano i suoi occhi di miele divino. 
Ho baciato Rita bambina, 
lei si è stretta a me, lo ricordo… 
I suoi capelli mi coprivano il braccio. 
Ricordo Rita 
Come l’uccello ricorda la sua fontana. 
Oh, Rita! 
Un milione di immagini 
Un milione di uccelli 
Un milione di appuntamenti 
Sono stati assassinati da un fucile. 
Il nome di Rita, festa per le mie labbra. 
Il corpo di Rita, nozze per il mio sangue. 
Per due anni, mi sono perduto in lei. 
Per due anni lei si è distesa sul mio braccio, 
uniti nel fuoco delle nostre labbra, 
siamo resuscitati per due volte. 
Oh, Rita! 
Chi avrebbe potuto sciogliere i nostri sguardi, 
prima che si levasse un fucile? 
Oh, notte di silenzio! 
C’era una volta… 
Una luna è calata all’alba… 
Lontano, in occhi di miele 
E la città ha cancellato Rita e le canzoni… 
Fra Rita e I miei occhi, si leva un fucile.


(AA. VV, La terra più amata. Voci della Palestina, Manifesto Libri, Roma, 2002) 







Samih al-Qasim 


PAROLA D’ORDINE 

- L’inchiostro odora di sangue! 
- Ho il cuore buono, una brezza, 
il viso puro, una nuvola. 
Levo verso te la cosa più cara, 
grande padre! 

- L’inchiostro odora di sangue! 
- Le mie pecore sono candide, 
le mie labbra sono oneste, 
le mani, in nome tuo, faticano 
dall’alba al tramonto. 

- L’inchiostro odora di sangue! 
- Dalla terra dura ho creato giardini, 
dalla roccia ho forgiato martelli, 
ho recitato le preghiere che sapevo 
nella lunga notte. 

- L’inchiostro odora di sangue! 
- L’ampio campo privo di recinti, 
le porte della mia casa 
non deludono chi bussa nella tempesta 
e a tutte le bocche va il mio pane. 

- L’inchiostro odora di sangue! 
- Venuti da tegole acciaio sangue e nebbia, 
venuti sulla bara della nostra storia, 
sulle ali dei corvi 
sono venuti! 
Non sono serviti i sortilegi, 
padre mio cieco, 
non è servito il Libro. 
E ora soccorri con una parola i tuoi figli! 

- L’inchiostro odora di sangue! 
Ho condiviso con loro la malinconia, 
il mio pane, il tetto, i vestiti, 
ma non divido in due mio figlio! 
Padre mio squarciato dalle lance, 
aiuta alla fine i tuoi figli! 

- L’inchiostro odora di sangue! 
- Col cuore colmo di bene, 
la mia mano conosce l’aratro, 
la mia spada è nel fodero 
da mille anni nel fodero. 
Soccorri i tuoi figli con una parola! 

- L’inchiostro, triste figlio, 
l’inchiostro, ascoltate? 
l’inchiostro odora di sangue. 

(traduzione di Wasim Dahmash) 





Izet Sarajlic  


ADDIO 

Moriamo 
Moriamo terribilmente presto 
e terribilmente male 
in questa città 
alla fine del secolo 
alla fine dell’amore. 

I giovani almeno 
vengono uccisi 
che è il loro altissimo privilegio 
in ogni guerra, 
ma quando ripensiamo a come muoiono i vecchi 
nei romanzi di John Galsworthy - 
la morte dei vecchi 
nella Sarajevo di guerra è terribile. 

Moriamo 
in ospedali gelidi
nei corridoi in cui scorre il sangue dei nostri concittadini 
massacrati, 
nelle cucine altrui e in stanze senza finestre, 
esausti e umiliati 
molti senza i propri cari accanto. 

I dongiovanni di una volta 
che non sarebbero scesi senza cravatta neppure 
per aprire la cassetta della posta 
(che figura avrebbero fatto 
se in ascensore si fossero imbattuti 
nella bella signora del quattordicesimo piano!) 
muoiono con le mani sporche, 
le unghie non curate, 
le camicie logore, 
i maglioni bruciacchiati dalle sigarette 
ricordando l’ultimo 
bicchiere di champagne 
bevuto alla vigilia del nuovo anno 1992. 

Juraj Marek si è impiccato. 
Dopo aver sepolto la sua Vera 
Željko aveva pensato di fare lo stesso 
ma vi ha rinunciato - 
per non inquietare i vicini. 

E poi, tra l’altro, 
due suicidi 
nella stessa strada, 
nello stesso caseggiato, 
sarebbe stato troppo anche per una Sarajevo come questa. 

Andava, come d’altronde Suljo 
dopo la morte di Nina, 
all’alba a cercare la sua granata, 
ma le granate preferivano 
le scuole e i giardini d’infanzia. 

Piangendo 
vendeva di tanto in tanto qualche anello di Vera o la giacca di pelle 
per comprare una bottiglia di grappa scadente. 
E poi, 
rinviata la morte, 
se ne tornava 
nella sua casa deserta 
piena di ricordi 
con la sua angina pectoris di prima della guerra 
e pensava soltanto a due cose: 
quando avrebbe riabbracciato 
i suoi figli, i suoi nipotini, 
e quando si sarebbe rincontrato con Vera. 

Uno dei due desideri si è finalmente realizzato. 
Il secondo. 

Certo non è stato come una volta, 
all’epoca della “Omladinska Rijec”, 
quando s’incontravano da Kopelman, 
e cosa manca oggi a Kopelman nel cimitero
di San Giuseppe. 

Quel che importa è che sono di nuovo insieme. 
Importa che lui non debba più uscire 
a cercare la sua granata. 

E a vendere gli anelli di Vera. 

a Željko Marjanovic




Naim Araidi e Beppe Costa
Naim Araidi (Maghar, 1950-2015) è stato un poeta, insegnante e diplomatico israeliano. Appartiene alla minoranza religiosa dei Drusi. Giovanissimo si è trasferito ad Haifa per completare la sua istruzione fino ad insegnare nella stessa Università e in quella di Bar-Ilan, quindi al Gordon College of Education e all’Università Araba per l’Educazione in Israele. Come giornalista ha presentato programmi settimanali su Channel 2: sia per bambini che notiziari. Ha fondato la rivista Al-Aswar.
Nel 1999 ha ideato e fondato il Nissan Poetry Festival in occasione della seconda Intifada, con l’intenzione di stabilire un canale di comunicazione fra le diverse religioni che popolano il Medio Oriente; in questa occasione poeti di tutto il mondo si incontrano a Maghar con altri poeti e giornalisti arabi e israeliani. Ha vinto diversi premi internazionali, ricevuto due lauree honoris causa, scritto libri per bambini, poesie e opere scientifiche in ebraico e in arabo, molto è stato tradotto in altre lingue. In Italia ha pubblicato Canzoni di Galilea (Seam 2013). È stato ambasciatore d’Israele in Norvegia.


Mahmoud Darwish (al-Birweh, 13 marzo 1941 - Houston,Texas, 9 agosto 2008) è stato un poeta e scrittore palestinese. È autore di circa venti raccolte di poesie (pubblicate dal 1964) e sette opere in prosa, di argomento narrativo o saggistico. È considerato tra i maggiori poeti in lingua araba. È stato giornalista e direttore della rivista letteraria “al-Karmel” (Il Carmelo), e dal 1994 era membro del Parlamento dell’ANP. I suoi libri sono stati tradotti in più di venti lingue e diffusi in tutto il mondo. Solo una minima parte della sua produzione letteraria è stata tradotta in italiano. Darwish è stato definito dal premio Nobel per la Letteratura, José Saramago, “Il più grande poeta del mondo”.







Samih al-Qasim. Nato da famiglia di religione drusa nel 1939 a Zarqa’ e scomparso il 19 agosto 2014, ha vissuto in Galilea e studiato a Nazareth. Insieme a Mahmud Darwish e Tawfiq Zayyad ha aderito al Partito Comunista Israeliano (Rakah), è stato più volte imprigionato e assegnato a residenza coatta, nonché allontanato dall’insegnamento, a partire dall’occupazione israeliana del 1967. Ha pubblicato raccolte di poesie in Siria e Libano. Tradotto in più lingue europee, è stato incluso con Darwish e Zayyad nella prima antologia di letteratura della Resistenza palestinese, curata nel 1968 a Beirut da Ghassan Kanafani. Qasim è sicuramente uno dei più famosi poeti palestinesi in patria e all’estero. Diverse sue poesie nazionalistiche sono state messe in musica. È stato direttore del giornale arabo-israeliano Koull El Arab.




Izet Sarajlic nato a Doboj nel 1930, è scomparso a Sarajevo il 2 maggio del 2002. È considerato unanimemente uno dei principali poeti del Novecento ed è il più tradotto poeta di tutti i tempi dalla lingua serbo-croata. È stato il poeta testimone di una grande tragedia: la guerra di Bosnia e l’assedio di Sarajevo e la grande voce della Sarajevo città martire dalla quale si è rifiutato di fuggire. Nella guerra ha perso le sorelle Nina e Raza, e subito dopo la guerra, la moglie, provata dagli stenti e dalle ristrettezze. Ha ricevuto premi e riconoscimenti in tutto il mondo, in Italia il Premio Moravia 2001, per la raccolta Qualcuno ha suonato (Multimedia Edizioni).











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mercoledì 9 marzo 2016

Elena Liliana Popescu - TREI POEME (TRE POESIE)






Elena Liliana Popescu nasce nel 1948 a Turnu Măgurele, Romania. Si laurea e ottiene il dottorato in Matematica presso l’Università di Bucarest, dove attualmente insegna. Dopo il 1989 inizia la sua attività nel giornalismo rumeno sia con saggi di interesse generale che con articoli contemporanei su temi sociali e politici.
È membro dell’Unione degli Scrittori della Romania, sezione Poesia. La sua attività letteraria si orienta soprattutto verso la poesia e la traduzione della letteratura poetica, filosofica e spirituale del mondo.
Ha molte pubblicazioni al suo attivo: vari libri di poesia e traduzioni dall’inglese, dal francese e dallo spagnolo. I suoi lavori appaiono in libri e riviste, sia in Romania che all’estero (Brasile, Colombia, Germania, Nicaragua, Pakistan, Spagna, Stati Uniti, Taiwan).
Debutta in poesia nel 1994, con il volume Tie (A Te, Edizioni dell’Università di Bucarest); poi, nel 1997, Tărâmul Dintre Gînduri (Il regno in mezzo ai pensieri, Edizioni dell’Università di Bucarest). Nel 1999 pubblica il libro su suo padre, il poeta e pilota George Ioana, Zborul. Vis şi Destin (Volo. Sogno e destino, Edizioni Hermes); lo stesso anno esce Cânt de Iubire/ Song of Love (Canto d’Amore, Edizioni Herald), versione bilingue rumena-inglese, tradotto da Adrian G. Sahlean. Nel 2000, viene pubblicato Imn Existenţei (Inno all’Esistenza, Edizioni Herald), raccolta di poesie in omaggio al poeta romantico rumeno Mihai Eminescu. Entrambi questi libri vengono pubblicati a Bucarest. Nel 2003 esce il libro di poesie Pelerin (Pellegrino, Edizioni Dacia, Cluj). Il libro Canto d’Amore è stato tradotto al serbo-croato dal poeta serbo Draga Mirjanič, e pubblicato in versione bilingue nel 2001 (Cânt de Iubire/ Pesma Liubavi, Edizioni Sabes Srba u Rumuniji, Timişoara). Il libro Canto d’Amore è stato tradotto in cinese, , dal poeta Lee Kuei-shien, e pubblicato nel 2006 (Taipei, Taiwan). Il libro Pelerin è stato tradotto in spagnolo da Joaquín Garrigós, e pubblicato in versione bilingue nel 2004 (Peregrino, Edizioni Empireuma, Orihuela, Spagna). Nel 2005 viene pubblicato Cuan grande es la tristeza, tradotto in spagnolo da Joaquín e Dan Munteanu Colan, selezione ed illustrazioni da Ramón Fernández (Spagna, 2005) e nel 2006, Un solo canto, tradotto in spagnolo da Joaquín Garrigós e Dan Munteanu Colan (Poeticas, Argentina, 2006). Il libro Inno all’Esistenza è stato tradotto in spagnolo da Joaquín Garrigós e Adrian Mac Liman, e pubblicato nel 2006 (Himno a la Existencia, Edizioni Linajes Editores, Mexico). Nel 2007 pubblica il libro Cât de aproape.../ Lo cerca que estabas... (Edizioni Pelerin) e il libro Unde eşti, Timp? (Tempo, dove sei?, Edizioni Curtea veche). Poeme (Poemi), versione bilingue rumena-urdu, tradotto in urdu da Alla Ditta Raza Choudary è stato pubblicato nel 2008 a Lahore, Pakistan. Nel 2009 viene pubblicato Peregrino (Pellegrino, Edizioni Expressão Gráfica, Fortaleza, Ceará, Brasile), tradotto in portoghese dal poeta Luciano Maia, il libro Dacă (Se si potesse, Edizioni Pelerin), versione multilingue (in rumeno e traduzioni in 42 diverse lingue), e Cânt de Iubire - Song of Love (Edizioni Pelerin, Bucarest & Edizioni Lumină Lină, New York, 2007), versione bilingue rumena-inglese, tradotto da Adrian G. Sahlean; Nel 2010, viene pubblicato il volume bilingue di poesia inglese-chinese Song of Love- (Canto d’Amore, Edizioni Showwe, Taipei, Taiwan), versione inglese di Adrian George Sahlean; versione cinese di Lee Kuei-Shien. Nel 2011 pubblica il libro Nicolae Popescu, omul, matematicianul, mentorul (Edizioni dell’Università di Bucarest) e Hymn to the Life (Edizioni Showwe,Taipei, Taiwan), versione cinese di Lee Kuei-Shien. Nel 2012 viene pubblicato il volume bilingue di poesia portoghese-rumena Além do azul - Dincolo de azur (Edizioni Smile, Fortaleza, Ceará, Brasile) in collaborazione con Luciano Maia. Nel 2013 pubblica il libro Cânt de Iubire - Song of Love - Chanson d’Amour, Edizioni Pelerin, Bucarest & Edizioni Destine Literare, Montreal, Canada, volume trilingue, versione inglese di Adrian G. Sahlean; e il libro Trei Poeme din Europa - Three Poems from Europe, Edizioni Pelerin, Bucarest, volume multilingue (in rumeno e traduzioni in 41 diverse lingue parlate in Europa).
Fra le sue traduzioni, si possono citare Introspecţia (Introspezione, dall’inglese, Edizioni Axis Mundi, 1993); Viaţa Impersonală (La vita impersonale, dal libro francese La Vie Impersonale, Edizioni Papirus, Rm. Vâlcea, 1994), Înţeleptul de la Arunachala (Il saggio di Arunachala, Edizioni Herald, 1997), pubblicati a Bucarest; Introspecţia. Poeme (Introspezione, Poemi da Ramana Maharshi, Edizioni dell’Asociaţia Literare ŢIE), dall’inglese. Nel 2002, esce la sua traduzione dallo spagnolo Caosmos. Katharsis nu doar pentru mine (Caosmos. Una catarsis no sólo para mí, da Moisés Castillo Florián, Edizioni Dacia, Cluj). Dopo il 2004, pubblica Poesías (da Theodor Damian, dal rumeno, Edizioni Lumină Lină, NY, 2005), Frumuseţea Tandreţei (da Lee Kuey-shien, dall’inglese, Edizioni Pelerin, 2007), Viaţa Impersonală (edizione rivista, dal francese, Edizioni Pelerin, 2007), Harpă de umbră şi lumină (da Lina Zerón, Edizioni Pelerin, 2007), traduzione dallo spagnolo e Gânduri peregrine (da Hugo Gutiérrez Vega, Edizioni Pelerin, 2009, Bucarest), traduzione dallo spagnolo, Visul apei (da Ana Maria Vieira, Edizioni Pelerin, 2012, Bucarest), traduzione dallo spagnolo in collaborazione con Vlad Copil, Ora amurgului (de Lee Kuei-shien, Edizioni Pelerin, 2012, Bucarest), traduzione dall’inglese in collaborazione con Vlad Copil.

Antologie
Alcuni dei suoi articoli, poesie o traduzioni sono stati pubblicati in antologie (si possono citare: Poemi. Lucian Blaga, Luciano Maia, Elena Liliana Popescu, Edizioni dell’Università Catolica Argentina, Argentina, 2005, Conjuro de Luces, Messico, 2006, Agenda poética del año 2008, Messico, Edizioni Linajes e Amarillo, 2007), in riviste a stampa e in internet, tanto in Romania quanto all’estero: Argentina, Brasile, Canada, Cile, Colombia, Cuba, El Salvador, Germania, Messico, Nicaragua, Pakistan, Serbia, Spagna, Stati Uniti, Taiwan e Uruguay.

Riviste letterarie
“Revista de la Universidad Católica Argentina”, “La Bodega del diablo”, “Ápices”, La Bodega del diablo”, “Poéticas”, “Realidades y ficciones” (Argentina);
“Literarte” (Brasile);
“Página Siete”, “La Palabra” (Bolivia);
“The Ambassador”, “Atheneum”, “Observatorul”, “Azularte”, “Destine Literare” (Canada);
“Trilce”, “Aňaňuca”, “Cinosargo”, “Koyawe” (Cile);
“Arquitrave”, “La Urraka” (Colombia);
“La Jiribilla”, “Calle B” (Cuba);
“Akadeemia” (Estonia);
“Observator München”, “Agero Stuttgart”, “Alternante” (Germania);
“Muse India”, “Achena Yatri” (India);
“Isla Negra”, “Margutte” (Italia);
“Alforja”, “Casa del Tiempo”, “La Jornada Semanal”, “Universo de El Búho”, “La Otra”, “El Subterráneo” (Messico);
“World Poetry Almanac” (Mongolia);
“Anide”, “El nuevo Diario: Nuevo Amanecer Cultural” (Nicaragua);
“Autama” (Puerto Rico);
“Timpul” (Repubblica Moldava);
“Academica”, “Convorbiri literare”, “Cronica”, “Poezia”, “Nord Literar”, “Contemporanul”, “Familia”, “Hyperion”, “Oglinda Literară”, “Viața medicală”, “Prosaeculum”, “Cetatea literara”, “Meandre”, “Literra”, “Sud”, “Orient Latin”, “Argos”, “Revista nouă”, “Singur”, “Arcade”, “Cuib” (Romania);
“Knijevni Jivot”, “Naša Reč”, “Oglinda”, “Tibiscus” (Serbia);
“Azahar”, “Como el rayo”, “Cuadernos del Ateneo de la Laguna”, “Empireuma”, “Enfocarte”, “La Vega es”, “2C - La opinión de Tenerife”, “La Columna”, “Perito”, “Portada”, “República de las Letras”, “Rumano en el mundo”, “Letras rumanas”, “Ágora-Papeles de Arte Gramático”, “El Adelanto”, “Crear en Salamanca”, “Suplemento de Realidades y Ficciones” (Spagna);
“Chrysalis”, “Lumina Lină - Gracious Light”, “Alcándara”, “Syndic Journal”, “Alcándara” (Stati Uniti);
Taiwan Daily, “Poetry”, “Epoch” (Taiwan);
“Hayal”, “Yasakmeyve” (Turchia);
“Arkad”, “Magyarul Bábelben” (Ungheria);
“Letras-Uruguay” (Uruguay).

Premi letterari 
Le sono stati conferiti i seguenti premi letterari: Diploma e menzione onorifica al Festival Internazionale di Poesia della Uzdin (Serbia), 1997; il Primo Premio al Festival di Poesia “Novalis”, a Monaco, Germania, nel 1998; Diploma e menzione onorifica al X Concorso di Poesia “Leonardo Cercós”, Palma de Mallorca, Spagna, 2007).

Collegamenti:
http://www.elena-liliana-popescu.ro/   
Bio-bibliografia tratta (e adattata) da Wikipedia



Avvertenza: 
Il lettore troverà qui di seguito queste TRE POESIE che Elena Liliana Popescu ha dedicato al marito, Nicolae, e potrà leggerle sia nella stesura originale sia nella versione italiana effettuata dal poeta Stefano Strazzabosco, a partire da una eccellente traduzione spagnola dell’opera originale in romeno. La traduzione dal romeno allo spagnolo (che qui abbiamo ritenuto di omettere) è dovuta a Joaquín Garrigós. La dedica al lettore, che introduce le TRE POESIE, è stata invece tradotta, a partire dalla già menzionata versione spagnola, da Antonino Caponnetto.






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TREI POEME

Soţului meu, Nicolae


Ţie, cel ce citeşti aceste poeme …


Încearcă să laşi deoparte grijile zilei pentru a putea păşi împreună în realitatea Visului numit Poezie, deschizând poarta inimii tale acestor versuri, scrise anume pentru tine. Ele s-au născut în inima mea atunci când le era dat să se desprindă din lumea formelor-gânduri şi a se înveşmânta în lumea formelor-cuvinte, pentru a se prezenta, împlinindu-şi destinul, la ceremonia întâlnirii cu tine, cititorule.
Simplitatea, care în esenţa ei înseamnă Adevărul, nu poate fi exprimată decât prin tăcere. Toate cuvintele lumii nu fac altceva decât să încerce să descrie tăcerea. Cunoaşterea de sine, idealul cel mai simplu şi cel mai greu de atins, este scopul fiecărui om în parte şi al lumii întregi, acestuia fiindu-i subjugate toate căutările noastre.
Uneori căutarea ia forma a ceea ce putem numi poezie. Poeţii vin şi pleacă, lăsând strădania lor în a dezvălui chipul nevăzut al Poeziei, care ne priveşte fără să ne judece de dincolo de vălul Iluziei. 





Spune-mi



Nu ai crezut
că poţi învinge doar atunci
când renunţând la orice armă,
vei lupta cu propria imagine
pentru eliberarea ta. 

Nu te vei mai putea privi
în oglinzile care să te arate
slab sau trufaş, 
neînfricat sau laş,
după dorinţă…

Ţi s-a mai spus,
dar nu ai crezut…

În ţara fără de oglinzi,
care îţi va mai fi chipul,
te vei întreba atunci
încă o dată, şi vei afla,
dacă vei lăsa răspunsul
să vină de la sine.

Ce vei avea de pierdut,
când căutarea va fi 
singura realitate posibilă?

„Care este drumul?”,
se-ntreabă cel care merge,
fără să ştie, pe singurul drum
pe care poate s-ajungă…

Unde să ajungă
dacă el este deja acolo,
chiar dacă nu poate încă să ştie
că este câştigătorul?

Ce competiţie este mai de temut
decât aceea în care tu
eşti singurul concurent îndârjit?

Dar cum mai poţi lupta 
când adversarul poartă,
drept amuletă,
doar chipul tău?

„Alungă toate speranţele”, ţi s-a spus,
pentru a putea să speri cu adevărat!

Dar, spune-mi, la ce mai este bună speranţa
pentru cel care are deja totul?
Sau cunoaşterea drumului de întoarcere,
pentru cel care a ajuns?…




Când totul se pierde



Ceasul nu s-a oprit dar orele
nu se mai văd marcate
pe cadranul Timpului
ce stă pe loc, în contemplare.

Perspectiva nu s-a pierdut
dar obiectele nu se mai văd
delimitate pe întinderea pură
a Spaţiului – cel fără de nume.

Viaţa nu s-a sfârşit dar moartea
nu se mai vede la orizont
în aşteptarea fiinţei ce se revolta
cândva, undeva, în ţara uitării...

Totul este la locul său ca altădată
deşi totul nu mai înseamnă nimic
când se pierde în spaţiul fără de timp,
în timpul fără de spaţiu...





Clipa aceea



Câteva cuvinte, ţi-ai spus,
doar câteva cuvinte, şi ai creat
o întreagă istorie, al cărei prezent
este deja ieri, aşa cum mâine
va fi doar trecutul aceluia
ce-l va lăsa în urmă, pierdut
pentru totdeauna...

Doar un cuvânt, îţi spui,
doar un cuvânt, şi te-apropii
în drumul tău de nebănuitul pas
spre necunoscut, fără să te sperii
de gândul acela care eşti şi nu eşti
tu, de clipa aceea în care poţi să fii
şi eşti.





Testi originali in romeno: Elena Liliana Popescu 






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TRE POESIE

A mio marito, Nicolae


A te, che stai leggendo queste poesie …
                                                                            
Prova a lasciar da parte le preoccupazioni quotidiane perché si possa entrare insieme nella realtà del Sogno chiamato Poesia, apri la porta del tuo cuore a questi versi scritti proprio per te. Sono nati nel mio cuore nel momento in cui hanno dovuto liberarsi dal mondo delle forme-pensiero e darsi al mondo delle forme-parola, per presentarsi, quando il loro destino si sia compiuto, al rito dell’incontro con te, lettore.
La semplicità, che nella propria essenza significa la Verità, non può essere espressa che tramite il silenzio. Tutte le parole del mondo non fanno altro che tentare di descrivere il silenzio. La conoscenza di sé, l’ideale più semplice e più arduo da realizzare, è la meta  di ogni singolo uomo e quella del mondo intero, ad essa tutta la nostra ricerca è assoggettata. Qualche volta tale ricerca prende la forma di ciò che possiamo chiamare poesia. 
     I poeti vengono e vanno, rinunciando allo sforzo di svelare l’invisibile volto della Poesia, che ci guarda, senza mai giudicarci, dalla parte nascosta del velo dell’Illusione.





Dimmi



Non credevi
che avresti potuto vincere
quando, rinunciando alle armi,
hai lottato contro la tua stessa immagine
per liberarti.

Non potrai mai guardarti
negli specchi che ti mostrano
debole o altezzoso,
impavido o codardo,
secondo i tuoi desideri …

Te l’avevano detto
ma tu non ci credevi …

Nel paese senza specchi,
«quale sarà il tuo volto?»,
ti chiederai allora
una volta di più, e lo saprai
se lascerai che la risposta
venga da sola …

Cos’hai da perdere
se la ricerca è
l’unica realtà possibile?

Qual è il cammino?
si chiede chi marcia
senza saperlo per l’unico cammino
per cui può arrivare.

Arrivare dove?
se si trova già lì
sebbene non possa ancora sapere
che ha vinto.

C’è una competizione più temibile
di quella in cui tu
sei l’unico e ostinato concorrente?

Ma come si può lottare
se l’avversario porta
come amuleto
solo il tuo volto?

«Lascia ogni speranza», ti dissero
perché potessi sperare per davvero.

Ma, dimmi, a che serve la speranza
a chi ha già tutto?
O sapere il cammino del ritorno
a chi è già arrivato?
 



Quando tutto si perde



L’orologio non si è fermato ma
non sembra segnare le ore
nella sfera del tempo
che è trattenuto, in contemplazione.

La prospettiva non si è perduta
ma gli oggetti non si vedono più
delimitati nell’estensione pura
dello spazio, il senza nome.

La vita non è finita ma la morte
non si vede più all’orizzonte
aspettare l’essere che si è ribellato
un giorno, da qualche parte, nel paese dell’oblio.

Tutto è al proprio posto come prima
anche se tutto non significa più nulla
quando si perde nello spazio senza tempo,
nel tempo senza spazio.




Quel momento



Delle parole, ti dicesti,
solo delle parole, e creasti
una storia intera il cui presente
è già ieri, come domani
sarà solo il passato di chi
lo lascerà alle spalle, perduto
per sempre.

Solo una parola, ti dici,
solo una parola, e ti avvicini
nel tuo camminare alla soglia insospettata
dell’ignoto, senza impaurirti
al pensare che sei tu e non sei tu,
al momento in cui puoi essere
e sei.





Versione italiana: Stefano Strazzabosco (dalla traduzione in spagnolo di Joaquín Garrigós )









Stefano Strazzabosco (Thiene, 1964) ha pubblicato le raccolte di poesia Racconto (1997), Dimmene tante (2003), Blister (2009), 66 (2013) e P. Planh per Pier Paolo Pasolini (2014). Ha tradotto poesia perlopiù dallo spagnolo (O. Paz, Aquila o sole?, 2003; F. Morabito, Poesie, 2005; C. Montemayor, In un altro tempo io ero qui, 2006; A. Arturo, Casa al sud, 2009; J. Gelman, L’accanito cuore amora, 2014); ha scritto un monologo teatrale (Tina. Masque su /sobre Tina Modotti, 2007) e ha curato vari volumi, tra i quali Piovene (1994); Parise (1996);  Guido Piovene tra idoli e ragione, 1996; Aproximaciones a Giordano Bruno, 2003; A. Varano, Le Visioni sacre, e morali, 2007; Favolario illustrato. Scrittori e illustratori per i Villaggi SOS, 2007; Vicenza. Antologia dei grandi scrittori, 2012. Vive a Vicenza, dove ha creato e diretto per anni la rassegna internazionale dire poesia (http://direpoesia.wordpress.com). 







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