domenica 25 marzo 2012

W. H. AUDEN - FUNERAL BLUES


Wystan Hugh Auden (York, 1907 – Vienna, 1973), poeta britannico, nasce in una famiglia appartenente alla middle-class inglese. Trascorre la sua infanzia a Harborne, Birmingham e, negli anni successivi, s'interessa di letteratura, soprattutto di mitologia nordica, ma anche di musica e psicologia. Studia alla Gresham's School, Holt, Norfolk, e poi, nel 1925, all'Università di Oxford, dove fonda un circolo letterario che porta il suo nome ("Auden Circle"), insieme ad altri brillanti studenti, tra cui Cecil Day Lewis, Christopher Isherwood, Louis MacNeice e Stephen Spender. Ad Oxford comincia ad interessarsi agli studi di Freud e alle teorie del Marxismo, ma anche alla filosofia di Kierkegaard, al teatro di Ibsen e di Shakespeare e al teatro musicale di Mozart e Verdi.
Nel 1928 trascorre un anno a Berlino, al tempo sotto la Repubblica di Weimar, e legge Bertold Brecht, che influenzerà la sua produzione teatrale. Tornato in Inghilterra, pubblica la prima raccolta di poesie, i Poems (1930) e The Orators (1932), presentandosi come autore impegnato e di sinistra. Inoltre lavora insieme a Christopher Isherwood e scrive The Dance of Death (1933), The Dog Beneath the Skin (1935) e The Ascent of F6 (1936). Negli anni inglesi conosce T.S. Eliot e diventa amico di E.M. Forster. Nel 1935 sposa Erika Mann, figlia dello scrittore Thomas Mann, per garantirle l'espatrio dalla Germania nazista, che le aveva annullato la cittadinanza. I due non vivranno mai assieme. Nel 1937 partecipa alla Guerra Civile Spagnola, come autista. Rimane scioccato dalle atrocità commesse sia dai Republicanos, che lui sosteneva, sia dai Nacionales, maturando quel senso di smarrimento ed ansia che lo accompagnerà per tutta la vita. Il risultato di questa esperienza, una volta tornato in Inghilterra, è la poesia Spain, pubblicata nel 1937. Nel 1939 si trasferisce negli Stati Uniti con Christopher Isherwood, dove prende, nel 1946, la cittadinanza americana. A New York conosce Chester Kallman, uno studente, con il quale avrà una lunga relazione sentimentale. Il periodo tra il 1940 ed il 1948 è piuttosto prolifico: Auden scrive Another Time, New Year Letter, For the Time Being e The Age Of Anxiety, con cui vincerà il premio Pulitzer, che rappresenta il culmine della sua poetica. Inoltre, negli anni americani, rimane in contatto con intellettuali e scrittori tedeschi come Klaus Mann, Erich Heller ed Hannah Arendt. Dal 1948 al 1957 rimane a New York, ma trascorre molto tempo in Italia, ad Ischia, soprattutto d'estate. Auden continua a scrivere, libretti d'opera, tra cui quello per La carriera di un libertino di Igor Stravinskij, e raccolte poetiche, come Nones (1951) e The Shield of Achilles (1955). Dal 1957 al 1961 insegna all'Università di Oxford. Nel 1958 si trasferisce in Austria, nel piccolo e tranquillo paese di Kirchstetten, vicino a Vienna. Nel 1967 viene insignito negli Stati Uniti della National Medal for Literature. Agli ultimi anni appartengono Homage to Clio, del 1960, City Without Walls, del 1969 e Thank you, Fog, pubblicato postumo nel 1974. Una delle poesie di Auden più famose fra il grande pubblico - Funeral blues - è contenuta nei film Quattro matrimoni e un funerale di Mike Newell e L'attimo fuggente di Peter Weir.




FUNERAL BLUES


Stop all the clocks, cut off the telephone,
Prevent he dog from barking with a juicy bone,
Silence the pianos and with muffled drum
Bring out the coffin, let the mourners come.


Let aeroplanes circle moaning overhead
Scribbling on the sky the message He Is Dead,
Put crêpe bows round the white necks of the public doves, 
Let the traffic policemen wear black cotton gloves.


He was my North, my South, my East and West,
My working week and my Sunday rest,
My noon, my midnight, my talk, my song;
I thought that love would last for ever: I was wrong.


The stars are not wanted now: put out every one;
Pack up the moon and dismantle the sun;
Pour away the ocean and sweep up the wood;
For nothing now can ever come to any good.




FUNERAL BLUES


Fermate gli orologi, tagliate i fili del telefono 
e regalate un osso al cane, affinché non abbai. 
Faccia silenzio il pianoforte, tacciano i risonanti tamburi, 
che avanzi la bara, che vengano gli amici dolenti. 


Lasciate che gli aerei volteggino nel cielo 
e scrivano l'odioso messaggio: lui è morto. 
Guarnite di crespo il collo bianco dei piccioni 
e fate che il vigile urbano indossi lunghi guanti neri. 


Lui era il mio nord, era il mio sud, era l'oriente e l'occidente, 
i miei giorni di lavoro, i miei giorni di festa, 
era il mezzodì, la mezzanotte, la mia musica, le mie parole. 
Credevo che l'amore potesse durare per sempre. Beh, era un'illusione. 


Offuscate tutte le stelle, perché non le vuole più nessuno. 
Buttate via la luna, tirate giù il sole, 
svuotate gli oceani e abbattete gli alberi. 
Perché da questo momento niente servirà servirà più a niente.








Nota: Rispetto ad altre ormai "classiche", la traduzione che abbiamo preferito riportare qui è quella molto popolare data dai traduttori del film Quattro matrimoni e un funerale, perché crediamo abbia l'intensità e l'immediatezza del parlato, pur mantenedo in sé i germi della classicità.





3 commenti:

  1. Credo che la vita e la poesia di W. H. Auden siano fin dall'inizio la medesima cosa... Questo poeta, che sceglie di vivere la propria differenza sessuale tanto intensamente quanto il suo impegno di intellettuale engagé, nella la continua ricerca di ciò che è la poesia (di ciò che è la vita e il proprio destino), costituisce un esempio raro di coerenza e, perché non dirlo, di sofferenza.
    Nella segnatissima maschera del viso di Auden da vecchio, proprio là sono scritte le sofferenze di un uomo e di tutti gli uomini.

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    1. Una risposta/commento a diversi anni di distanza.... Di Auden , la cui produzione letteraria è immensa per mole e contenuti, amo molto la poesia del 1938 Musée des beaux arts. Di Funeral Blues conosco la traduzione di Carlo Izzo (Guanda, 1952) di Gilberto Forti (Adelphi, 1994) la più recente, 2016 per Adelphi, di Massimo Bocchiola e Ottavio Fatica, più altre inedite trovate in rete.
      Io stessa, per mio diletto, mi sono cimentata nel tradurle.
      Ho molto apprezzato la Sua indicazione in nota che attribuisce la versione nel film in italiano recitata da Mauro Gravina ai traduttori della pellicola. Pensa sia possibile averne il nome/nomi? la ringrazio tantissimo! Isabella Scotti

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    2. isabpn@gmail.com ho visto che il mio post risulta anonimo....

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