domenica 8 aprile 2012

MIROSLAV HOLUB - DUE POESIE









Miroslav Holub (1923 - 1998), poeta e immunologo ceco. Le sue poesie sono fortemente influenzatate dalle esperienze e conoscenze dell'immunologo. Scrive molte poesie utilizzando il suo sapere scientifico. Ne ottiene dei particolarissimi effetti poetici. Le poesie sono quasi sempre prive di rime e si prestano facilmente alla traduzione. L'opera di questo poeta, tradotta in oltre 30 lingue, è particolarmente nota nel mondo di lingua inglese. Ma pur essendo, Holub, uno dei poeti cechi più rinomati a livello internazionale, la sua fama continua a essere piuttosto scarsa in patria.
Il suo primo libro in lingua ceca, Denní služba (Cenerentola), 1958, coincide con l'abbandono dell'atteggiamento filo-staliniano mostrato nei testi poetici precedentemente pubblicati su varie riviste.
In inglese, i suoi versi appaiono per la prima volta sull'Observer, nel 1962, e cinque anni dopo arrivano al pubblico i Selected Poems, editi nella collana Penguin Modern European Poets, con una introduzione di Al Alvarez e le traduzioni di Ian Milner e George Theiner.
Oltre alle poesie, Holub ha scritto molti saggi brevi su varie branche della scienza: sulla biologia, sulla medicina (in particolare sull'immunologia). La raccorta di saggi dal titolo The Dimension of the Present Moment viene tutt'ora ristampata. Nel 1960 pubblica due libri - scritti in una forma che lo stesso Holub definisce il "semi-reportage" - riguardanti i suoi lunghi soggiorni negli Stati Uniti.
Opere tradotte in Inglese: Vanishing Lung Syndrome, trans. David Young and Dana Habova (Oberlin College Press, 1990); Intensive Care: Selected and New Poems, ed. David Young (Oberlin College Press, 1996); The Rampage, trans. David Young, Dana Hábová, Rebekah Bloyd and the author (Faber and Faber 1997); Poems Before and After: Collected English Translations (Bloodaxe Books; 2nd ed. (2006).
A tutt'oggi essenzialmente nulla esiste in italiano su Holub o di Holub. Neanche online siamo riusciti a reperire, in italiano, qualcosa di veramente utile su questo poeta.






La porta




Va’ ad aprire la porta.
Può darsi che là fuori 
ci sia un albero, un bosco, 
o un giardino,
o una città magica.

Va’ ad aprire la porta.
Può darsi che là fuori 
un cane stia a grattarsi
Può darsi che là fuori ci sia un viso,
o un occhio 
o il dipinto 
di un dipinto.

Va’ ad aprire la porta.
Nel caso che la nebbia sia là fuori 
se ne andrà via

Va’ ad aprire la porta.
Là fuori ci potrebbe essere solo 
la tenebra che canta,
e ci potrebbe essere là fuori
l’oscuro cupo sussurrar del vento
e ci potrebbe essere
là fuori 
no niente in assoluto,
va’ ad aprire la porta.

Perlomeno dovrebbe
esserci là un disegno 
un tracciato, una mappa, un progettino.






A che somiglia il cuore




Ufficialmente il cuore
è oblungo, muscolare,
colmo di nostalgia.


Ma quanti l’han dipinto, quelli sanno
che il cuore è anche puntuto


come una stella e qualche volta è
inzaccherato fradicio
come un cane randagio in piena notte
e talvolta possente
come lo è il tamburo d’un arcangelo.


E talvolta d’un cubo ha forma come
il sogno d’un geometra-inventore
ed è talvolta allegramente tondo
come una palla incontro ad una rete.


Ed è come sottile linea a volte
e a volte è così come un'esplosione.


E dentro al cuore c’è
soltanto un fiume,
e c’è una diga e ostacola il cammino,
e tutt’al più c’è un pesce piccolino
privo d’ingenti aurei capitali.


Assai più somigliante ad un geloso
e grigio
pescegatto.


Certo non lo si nota
al primo impatto.


Ma quanti l’han dipinto, quelli sanno
che innanzi tutto avrebbero dovuto
dismettere gli occhiali,
il loro specchio,
gettar via la matita punta fine
e la carta carbone


e molto, molto a lungo camminare
all’aria aperta,
via di casa, fuori.




per entrambe le poesie,  la traduzione (da versioni date in lingua inglese) è di Antonino Caponnetto





3 commenti:

  1. LA PORTA è stata la prima di varie poesie tradotte in inglese da qualcuno, il cui nome non sono riuscito a dedurre, attraverso la traduzione in tedesco curata da Franz Peter Künzel sui testi originali in lingua ceca. Su A CHE SOMIGLIA IL CUORE non ho potuto scoprire quasi nulla se non il testo in lingua inglese.
    Dunque per la prima di queste due poesie, ma forse anche per la seconda, quella in inglese è già una traduzione non diretta, "il cui risultato è - secondo qualcuno che ho letto online - una sorta di poetico bisbiglio in cinese". Se adesso vi aggiungiamo queste mie traduzioni(!) – meglio: (e questo vale anzitutto per l’ultima strofe de LA PORTA) riscrittura, che parte da una traduzione inglese non firmata e pescata su internet – allora il poetico bisbiglio sarà l’espressione di un antico e ormai inconoscibile dialetto gallo-romanico.
    Ma Miroslaw Holub sarà comunque tradotto, è inevitabile, direttamente dalla lingua ceca.
    A.C.

    RispondiElimina
  2. Un poeta interessante, grazie per avercelo fatto conoscere. Due belle poesie, un modo spigliato e simpatico di fare poesia. Nella prima, un invito a non chiudersi in se stessi, aprirsi alla vita qualsiasi cosa abbia da offrire, il buio o un amico un fiore un percorso da seguire. Frantastica la descrizione del cuore, anatomica e in tutte le forme che imprime il sentimento: un cane randagio, il tamburo di un arcangelo, un' esplosione , un fiume.Leggerle è stato un piacere e la traduzione mi sembra di grande pregio. Grazie

    RispondiElimina
  3. i Poeti che mi fai conoscere mi sfidano, li sento così miei, sarà per le traduzioni ben fatte, semplici lineari nella scrittura che tanto mi piace, eppure densi penetranti capaci di evocare pensieri su pensieri...per me sono fonte d'ispirazione. Grazie Antonino che con la tua passione mi inciti a migliorare...

    RispondiElimina