mercoledì 21 marzo 2012

JORGE LUIS BORGES - DOS POEMAS / DUE POESIE






Jorge Francisco Isidoro Luis Borges Acevedo, noto come Jorge Luis Borges (Buenos Aires, 24 agosto 1899 – Ginevra, 14 giugno 1986), scrittore, saggista, poeta, filosofo e traduttore argentino. Il futuro scrittore nacque prematuro (all’ottavo mese di gravidanza) nella stessa casa di via Tucumán 840 a Buenos Aires dove era già nata sua madre. Figlio di Jorge Guillermo, avvocato e insegnante di psicologia - in lingua inglese - all’Instituto del Profesorado en Lenguas Vivas e di Leonor Acevedo Haedo. Pochi anni dopo, la famiglia si trasferì nel quartiere Palermo, che diventerà un luogo topico della sua opera. Jorge - che sin da piccolo manifestò i sintomi di quella cecità che nei Borges era ereditaria da ben 6 generazioni - venne educato in casa, oltre che dal padre e dalla nonna materna, da un’istitutrice inglese e si rivelò ben presto un bambino precocissimo: a sette anni scrisse il suo primo racconto - La visiera fatal - e a nove tradusse il racconto di Oscar Wilde Il principe felice (pubblicato su El País a firma di Jorge Borges: si ritenne che la traduzione fosse ovviamente del padre). Nel 1908 venne iscritto alla quarta classe elementare della scuola pubblica.
Nel 1914 egli si trasferì con i genitori, la sorella Norah (nata nel 1901) e la nonna materna - quella paterna li raggiunse in seguito - a Ginevra dove restò fino al 1918. Il soggiorno svizzero, durante il quale frequentò il Collège Calvin (rue Theodore de Beze, Ginevra, fondato da Giovanni Calvino nel 1559), fu un periodo di intensi studi (tra cui le lingue latina, francese e tedesca) e ampie letture di autori europei. Nel 1918, dopo la morte della nonna materna, si trasferì con la famiglia dapprima a Lugano e, l’anno successivo, a Maiorca. Qui, prima di trasferirsi a Siviglia e poi a Madrid scrisse i suoi primi due libri rimasti inediti: uno di poesie (Los ritmos rojos di celebrazione della rivoluzione russa) e uno di prose (Los naipes del tahurLe Carte del Baro). Nel 1919, durante il soggiorno a Siviglia, per la prima volta venne pubblicata, sul numero 37 della rivista Grecia, una sua poesia, Himno del mar (Inno al Mare).
 Il 24 gennaio del 1921 fu pubblicato il primo numero della rivista letteraria spagnola Ultra, la quale, come appare evidente dal nome, era l’organo di diffusione del movimento ultraista. Tra i collaboratori più noti si ricordano lo stesso Borges, Rafael Cansinos-Assens, Ramón Gómez de la Serna e Guillermo de Torre che sposerà nel 1928 Norah Borges.
Il 4 marzo del 1921 la famiglia Borges - composta dalla nonna paterna, Frances Haslam (che vi si era unita nel 1916 a Ginevra), i genitori, Leonor Acevedo e Jorge Guillermo Borges, e la sorella Norah Borges - si imbarcò nel porto di Barcellona sulla nave (la “Reina Victoria Eugenia”) che li avrebbe riportati a Buenos Aires. Al porto li aspettava Macedonio Fernández, la cui amicizia Borges erediterà dal padre. Una volta a Buenos Aires egli scrisse nella rivista Cosmópolis, fondò la rivista murale Prisma (della quale però furono pubblicati solo due numeri) e scrisse anche su Nosotros, diretta da Alfredo Bianchi.
Nel 1922 egli andò a trovare Leopoldo Lugones insieme a Eduardo Gonález Lanuza, per consegnargli il secondo (e ultimo) numero di Prisma. Borges fonda la prima serie della rivista Proa con Macedonio Fernandez e altri scrittori. Nell’agosto del 1924 seconda serie della rivista Proa con Ricardo Güiraldes, autore di Don Segundo Sombra, Alfredo Brandán Caraffa e Pablo Rojas Paz. Nel 1931 uscì il primo numero di Sur, rivista fondata e diretta da Victoria Ocampo; in questo primo numero Borges collaborò con un articolo dedicato a Coronel Ascasubi.
Nel 1923, il giorno prima del secondo viaggio in Svizzera, Borges pubblicò il suo primo libro di poesie, Fervore di Buenos Aires (Fervor de Buenos Aires), in cui si prefigurava, come disse lo stesso Borges, tutta la sua opera successiva. Fu un’edizione preparata in fretta e furia in cui erano presenti alcuni refusi ed era priva di prologo. Per la copertina sua sorella Norah realizzò un’incisione, e ne furono stampate all’incirca trecento copie; le poche che ancora si conservano sono considerate dei tesori dai bibliofili: in alcune sono addirittura rinvenibili correzioni manoscritte realizzate dallo stesso Borges. L’unica copia appartenente alla Biblioteca Nazionale Argentina è stata rubata nel 2000 insieme ad altre prime edizioni di Borges.
Più tardi egli scrisse, tra le altre, sulla rivista Martín Fierro, una delle riviste chiave della storia della letteratura argentina della prima metà del XX secolo. Nonostante la sua formazione europeista, Borges rivendicò con le tematiche trattate le sue radici argentine, e in particolare “porteñas” (cioè di Buenos Aires), nelle opere come Fervore di Buenos Aires (1923), Luna di fronte (Luna de enfrente) (1925) e Quaderno San Martín (Cuaderno de San Martín) (1929).
Sebbene la poesia fosse uno dei fondamenti della sua opera letteraria, il saggio e la narrativa furono i generi che gli procurarono il riconoscimento internazionale. Dotato di una vasta cultura, costruì un’opera di grande solidità intellettuale sull’andamento di una prosa precisa e austera, attraverso la quale poté manifestare un distacco talora ironico dalle cose del mondo, senza per questo rinunciare al suo delicato lirismo. Le sue strutture narrative alterano le forme convenzionali del tempo e dello spazio per creare altri mondi di grande contenuto simbolico, costruiti a partire da riflessi, inversioni, parallelismi. Gli scritti di Borges prendono spesso la forma di artifici o di potenti metafore con sfondo metafisico.
Tra i suoi amici di questo periodo si ricordano José Bianco, Adolfo Bioy Casares, Estela Canto e altri, soprattutto nel novero del circolo della rivista Sur.
Nel 1938 muore il padre, cieco da anni. La vigilia di Natale dello stesso anno, in seguito a una ferita alla testa, dovuta a un banale trauma in casa, Borges va in setticemia e rischia la vita. Durante la convalescenza, per aver prova di esserne ancora in grado, scrive Pierre Menard, autor del Quijote. Nel 1946 Juan Domingo Perón venne eletto presidente, sconfiggendo così la Unión Democrática. Borges, che aveva appoggiato quest’ultima, manifestò la sua avversione al nuovo governo, tanto che fu costretto ad abbandonare la sua posizione di bibliotecario.
Per questo motivo egli dovette superare la sua timidezza e iniziare a tenere conferenze. Nel 1948 sua sorella Norah e sua madre vennero incarcerate, accusate di aver dato scandalo nella loro vita pubblica. Norah Borges (e la sua amica Adela Grondona) vennero portate al carcere del Buon Pastore (carcere femminile), mentre a Leonor Acevedo furono concessi gli arresti domiciliari vista l’età avanzata.
Nel 1950 Borges venne eletto presidente della SADE e, un anno dopo, uscì in Messico Antiguas Literaturas Germánicas (trad. it: Brume, dei, eroi), scritto in collaborazione con Delia Ingenieros.
In seguito alla Revolución Libertadora che depose Perón, Borges fu nominato direttore della Biblioteca Nazionale Argentina, incarico che ricoprì dal 1955 fino alle sue dimissioni del 1973, dovute al ritorno al potere proprio di Perón. Lo stesso anno fu eletto membro dell’Accademia argentina delle Lettere. Nel 1956 divenne professore di letteratura inglese all’Università di Buenos Aires e presidente dell’Associazione degli Scrittori argentini. In questo periodo egli fu molto criticato per la sua adesione al nuovo governo, soprattutto da Ezequiel Martínez Estrada e da Ernesto Sabato. Con quest’ultimo le diatribe proseguirono fino al 1975.
Borges ricevette una gran quantità di riconoscimenti. Tra i più importanti: il Premio Nazionale di Letteratura (1957), il Premio Internazionale degli editori (1961), il premio Formentor insieme a Samuel Beckett (1969), il Premio Cervantes insieme a Gerardo Diego (1979) e il Premio Balzan (1980) per la filologia, linguistica e critica letteraria. Tre anni più tardi il governo spagnolo gli concesse la Grande Croce dell’Ordine di Alfonso X il Saggio. Nonostante il suo enorme prestigio intellettuale e il riconoscimento universale raggiunto dalla sua opera, Borges non fu mai insignito del Premio Nobel per la Letteratura.
Nel 1973, prima della nuova vittoria del peronismo, Borges continuò a ricordare il primo governo di Perón come “gli anni dell’obbrobrio”. Nel 1975 morì sua madre, a novantanove anni. A partire da questo momento Borges effettuò i suoi viaggi insieme a María Kodama, una sua ex-alunna, divenuta sua segretaria e infine, a poche settimane dalla morte, sua seconda moglie, sposata per procura in Uruguay.
Nel 1980 firmò una petizione di sollecitazione a favore dei desaparecidos, promossa dal quotidiano Clarín. Nel 1982 condannò l’invasione argentina delle Isole Malvinas.
Morì il 14 giugno 1986 nella città di Ginevra, in seguito a un cancro al fegato.
Come da lui disposto, i suoi resti riposano al cimitero di Plainpalais (nella parte sud di Ginevra) sotto una lapide grezza di color bianco. Sulla parte superiore si legge semplicemente “Jorge Luis Borges”; più in basso è scritta in inglese antico la frase “And ne forhtedon na” (Giammai con timore), proveniente dal poema epico del X secolo La battaglia di Maldon, insieme a un’incisione circolare raffigurante sette guerrieri che, impugnati gli scudi e sfoderate le spade, si gettano in combattimento e quindi verso la morte. Sotto sono incise una piccola croce del Galles e le date “1899/1986”. Dietro la lapide sono riportati due versi della Saga di Völsunga (XIII secolo): “Hann tekr sverthit Gram okk / legger i methal theira bert” (Egli prese la sua spada, Gram, e pose il nudo metallo tra i due), al di sotto dei quali è raffigurato un drakkar vichingo. Più in basso compare la scritta “De Ulrica a Javier Otalora”.

Borges è ritenuto uno dei più importanti e influenti scrittori del XX secolo, ispirato tra gli altri da Macedonio Fernández, Rafael Cansinos Assens, dalla letteratura inglese (Chesterton, Kipling, Stevenson, Wells, De Quincey, Shaw), dalla germanica (Schopenhauer, Heine, Kafka) e dal Taoismo. Narratore, poeta e saggista, è famoso sia per i suoi racconti fantastici, in cui ha saputo coniugare idee filosofiche e metafisiche con i classici temi del fantastico (quali: il doppio, le realtà parallele del sogno, i libri misteriosi e magici, gli slittamenti temporali), sia per la sua più ampia produzione poetica, dove, come afferma Claudio Magris, si manifesta “l’incanto di un attimo in cui le cose sembra stiano per dirci il loro segreto”.
Oggi l’aggettivo «borgesiano» definisce una concezione della vita come storia (fiction), come menzogna, come opera contraffatta spacciata per veritiera (come nelle sue famose recensioni di libri immaginari). 
Borges ha lasciato la sua grande eredità in tutti i campi della cultura moderna, persino in quella pop, e molti sono gli scrittori che si sono ispirati alle sue opere.
Tra questi ci sono scrittori come Julio Cortázar, Italo Calvino, Osvaldo Soriano, Umberto Eco, Leonardo Sciascia, John Barth, Philip K. Dick, Gene Wolfe, Paul Auster, Roberto Bolaño ecc.
Inoltre Borges ha influenzato anche autori di fumetti come Alan Moore e Grant Morrison (che lo cita indirettamente in un episodio della Doom Patrol), cantautori come Francesco Guccini, Roberto Vecchioni e Elvis Costello e artisti come Luigi Serafini, autore del Codex Seraphinianus.
Umberto Eco, nel romanzo Il nome della rosa dà il nome di Jorge da Burgos a uno dei protagonisti, bibliotecario cieco, chiarendo poi (nelle “postille”) che il nome va riferito esplicitamente a Borges.
Nonostante fosse il favorito d’obbligo di ogni edizione del Premio Nobel dagli anni cinquanta in poi, l’Accademia di Stoccolma non lo premiò mai, preferendogli a volte autori meno conosciuti e popolari. Secondo insistenti voci la ragione andava cercata nelle idee politiche del grande scrittore che, senza mai essere un attivista (si iscrisse soltanto nel 1960 e con intento dichiaratamente “donchisciottesco”), nutriva simpatie conservatrici. Non gli perdonarono le idee tradizionali, filo-occidentali, e l’atteggiamento cosmopolita, refrattario al folclore (ma non alla madrepatria) e alle forzature moderniste. In particolare una cena al tavolo di Pinochet. Avvisato della vittoria quasi sicura se avesse rinunciato a quel viaggio in Cile per un giro di conferenze e per ritirare una delle sue 23 lauree honoris causa, rispose che allora era un’ottima idea partire. Notoria invece la sua antipatia viscerale per Peron e il suo movimento, cui si devono anche l’incarcerazione della madre e della sorella. Diverse tappe della sua carriera pubblica sono segnate dal conflitto col peronismo. Alcune di queste:
- la sua nomina a Direttore della Biblioteca Nazionale avviene proprio dopo la caduta di Peron (1955);
- il rifiuto da parte del quotidiano La Nación di pubblicare una sua poesia (Il Pugnale) di chiaro intento tirannicida;
- la sua presidenza dal 1950 al 1953 della Società degli Scrittori Argentini, di cui la dittatura impose la chiusura; Borges stesso ricorda gli ultimi seminari che poté tenere, di fronte a poliziotti che annotavano i passi salienti delle sue esposizioni.

Opere di Borges 
NARRATIVA: 
Storia universale dell’infamia (Historia Universal de la Infamia, 1935), Adelphi (ISBN 88-459-1332-5);
Finzioni (Ficciones, 1944), Einaudi (ISBN 88-06-17367-7);
L’Aleph (El Aleph, 1949), Adelphi (ISBN 88-459-1420-8);
Brume, dei, eroi (Antiguas Literaturas Germánicas, 1951) (in collaborazione con Delia Ingenieros);
L’altro, lo stesso (El otro, el mismo, 1964), Adelphi (ISBN 88-459-1742-8);
Il Manuale di zoologia fantastica (El libro de los seres imaginarios, 1967) (in collaborazione con Margarita Guerrero), Einaudi (ISBN 88-06-11452-2);
Il manoscritto di Brodie (El informe de Brodie, 1970), Adelphi (ISBN 88-459-1449-6);
Il libro di sabbia (El libro de arena, 1975), Adelphi (ISBN 88-459-1841-6);
Il libro dei sogni (Libro de sueños, 1976);
I congiurati (Los conjurados, 1985) Mondadori (ISBN 88-04-42038-3);
Venticinque agosto 1983 e altri racconti inediti, Mondadori (ISBN 88-04-33731-1);
POESIA:
Fervore di Buenos Aires (Fervor de Buenos Aires 1923), a cura di Domenico Porzio e Hado Lyria, in J.L.Borges, Tutte le opere, vol. primo, Mondadori 1984; a cura di Tommaso Scarano, Adelphi 2010;
Luna di fronte (Luna de enfrente 1925), a cura di Domenico Porzio e Hado Lyria, in J.L.Borges, Tutte le opere, vol. primo, Mondadori 1984;
Quaderno San Martín (Cuaderno de San Martín 1929) a cura di Domenico Porzio e Hado Lyria, in J.L.Borges, Tutte le opere, vol. primo, Mondadori 1984
L’artefice (El hacedor 1960), trad. di F. Tentori Montalto, Rizzoli 1963; a cura di Tommaso Scarano, Adelphi 1999 (ISBN 88-459-1507-7);
L’altro, lo stesso (El otro, el mismo 1964), trad. di F. Tentori Montalto, in J.L.Borges, Tutte le opere, vol. secondo, Mondadori 1985; a cura di Tommaso Scarano, Adelphi 2002(ISBN 88-459-1742-8);
Elogio dell’Ombra (Elogio de la sombra 1969), trad. di Francesco Tentori Montalto, Einaudi 1971(ISBN 88-06-14868-0);
L’oro delle tigri (El oro de los tigres 1972), traduzione di J. Rodolfo Wilcock e Livio Bacchi Wilcock, Rizzoli 1974; a cura di Tommaso Scarano, Adelphi 2004 (ISBN 88-459-1932-3);
La rosa profonda (La rosa profunda 1975), a cura di Domenico Porzio e Hado Lyria, in J.L.Borges, Tutte le opere, vol. secondo, Mondadori 1985;
La moneta di ferro (La moneda de hierro 1976), a cura di Cesco Vian, Rizzoli 1981; a cura di Tommaso Scarano, Adelphi 2008;
La cifra (1981);
I cospiratori (1985).
SAGGISTICA:
Inquisizioni (Inquisiciones, 1925), Adelphi (ISBN 88-459-1628-6);
Evaristo Carriego (1930), Einaudi (ISBN 88-06-15192-4);
Discussioni (Discusión, 1932);
Storia dell’eternità (Historia Universal de la Eternidad, 1936), Adelphi (ISBN 88-459-1333-3);
Altre inquisizioni (Otras inquisiciones, 1952), Adelphi (ISBN 88-459-1538-7);
Testi prigionieri (Textos cautivos, 1986) (testi apparsi nella rivista El Hogar tra il 1936 e il 1939), Adelphi (ISBN 88-459-1386-4);
Cos’è il buddismo (Qué es el budismo?, 1976), Newton (ISBN 88-8289-904-7);
Nove saggi danteschi (Nueve ensayos dantescos, 1982), Adelphi (ISBN 88-459-1653-7);
L’invenzione della poesia. Le lezioni americane, Mondadori (ISBN 88-04-52803-6);
Prologhi. Con un prologo ai prologhi (Prólogos con un prólogo de prólogos, 1975) Adelphi (ISBN 88-459-2025-9).
Con Adolfo Bioy Casares:
Sei problemi per don Isidro Parodi (Seis problemas para don Isidro Parodi, 1942 Trad. it., Roma, Studio Tesi, 1990);
Due fantasie memorabili (Dos fantasías memorables, 1946);
Un modello per la morte (Un modelo para la muerte, 1946. Trad. it. Un modello per la morte, Pordenone, Studio Tesi, 1991);
Cronache di Bustos Domecq (Crónicas de Bustos Domecq, 1967. Trad. it., Torino, Einaudi, 1975);
Il libro del cielo e dell’inferno (Libro del cielo y del infierno, 1960);
Nuovi racconti di Bustos Domecq (Nuevos cuentos de Bustos Domecq, 1977);
Dos fantasías memorables e Un modelo para la muerte furono inizialmente pubblicati a proprie spese in un’edizione privata di 300 copie. I primi lavori a stampa commercializzati furono pubblicati nel 1970.

Opere su Borges
Blanchot Maurice, L’infinito letterario: L’Aleph, in ID Il libro a venire, Torino, Einaudi, 1969;
Matamoro Blas, Jorge Luis Borges o el juego trascendente, Buenos Aires, Peña Lillo Editor, 1971;
Paoli Roberto, Borges e gli scrittori italiani, Napoli, Liguori, 1997;
Barili Amelia, Jorge Luis Borges y Alfonso Reyes: la cuestión de la identidad del escritor latinoamericano, México, Fonde de cultura económica, 1999;
Campa Riccardo, L’ombra etimologia del mondo, Bologna, Il Mulino, 2004;
Eco Umberto, L’abduzione in Uqbar, in ID Sugli specchi e altri saggi, Milano, Bompiani, 2004;
Pauls Alan, El factor Borges, Barcelona, Editorial Anagrama, 2004;
Savater Fernando, Borges, Roma-Bari, Laterza, 2005;
Manguel Alberto, Con Borges, Milano, Adelphi, 2005;
Rodríguez Amaya Fabio (a cura di), Reencuentros con Borges. Per speculum in enigmatae, Sestante-Bergamo University Press, 2006
Tatián Diego, La conjura de los justos. Borges y la ciudad de los hombres, Buenos Aires, Las cuarenta, 2009. 
( Fonte principale per le notizie bio-bibliografiche: Wikipedia )





 Do per scontato che noi sentiamo la bellezza di una poesia prima ancora di pensare al suo significato.
J. L. Borges, da: “ Le lezioni americane , Mondadori 2001















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1 commento:

  1. Le due poesie colpiscono per ragioni diversissime. La prima, perché mostra l'irrealtà della realtà... La seconda, perché richiede all'uomo il coraggio di essere, anche nella rinuncia, nel "non poter essere"...

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